A Firenze si è tenuto un workshop promosso dal Consorzio Zenit per mettere a confronto operatori, innovatori sociali e amministratori pubblici con l’obiettivo di individuare soluzioni di sistema. Ne parla il portale www.vita.it su un ampio articolo

“Problemi concreti per soluzioni di sistema”
Era anche metodologica la sfida lanciata nel workshop “Anziani senza assistenza. Dilemmi e soluzioni per innovare i servizi territoriali” organizzato a Firenze dal consorzio Zenit con il sostegno di Università ed enti di rappresentanza del movimento cooperativo. Un confronto a cui hanno preso parte amministratori pubblici di tre regioni: Toscana, Umbria ed Emilia Romagna.

In particolare Serena Spinelli (assessora alle Politiche sociali in Toscana), Camilla Sanquerin (assessore alle politiche sociali a Sesto Fiorentino e presidente della Società della salute Zona fiorentina Nord-Ovest) Luca Coletto (assessore al Welfare in Umbria), Michele De Pascale (sindaco di Ravenna e candidato presidente alla regione Emilia Romagna) e Luca Rizzo Nervo (assessore al Welfare a Bologna). Nel corso dei lavori è intervenuto anche il direttore della Società della salute di Firenze, Marco Nerattini.

Rispetto a questa sollecitazione l’insieme degli strumenti di amministrazione condivisa – in particolare le norme del codice del Terzo settore in materia di co-programmazione e co-progettazione – è stato individuato come il passe partout per cambiamenti di sistema. A patto però che assuma una maggiore “interoperabilità” rispetto ad altri dispositivi e risorse.
In sintesi, che l’amministrazione condivisa non si risolva solo all’interno del suo quadro formale e di prassi che peraltro appare ancora ricco di elementi di incertezza rispetto ad alcuni passaggi chiave e di ambivalenza rispetto alle culture d’uso. Anzi, forse anche per superare questi limiti e derive, appare necessario costruire le condizioni operative, gestionali, e soprattutto di governo che consentano di innestare altri “moduli” che, per svariate ragioni, non sono nativi di questo nuovo modo di amministrare. Una sfida di ibridazione per consolidare un’innovazione emergente e farne un vero e proprio paradigma di governo e non un sottoprodotto procedimentale.